4 step per fare foto creative e di qualità

Picture of Stefano Michelin
Stefano Michelin
Stefano Michelin è un fotografo di professione che lavora con aziende e agenzie per le quali realizza servizi moda, campagna pubblicitarie e book. E’ impegnato a promuovere una cultura fotografica votata al recupero della professione e alla lotta all’abusivismo sempre più dilagante.
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Stefano Michelin è un fotografo di professione che lavora con aziende e agenzie per le quali realizza servizi moda, campagna pubblicitarie e book. E’ impegnato a promuovere una cultura fotografica votata al recupero della professione e alla lotta all’abusivismo sempre più dilagante.

…o almeno non scontate e sbagliate

La Fotografia, sia che venga seguita per scopi professionali che amatoriali, è senza ombra di dubbio una attività dove l’espressione propria di chi la esegue, il fotografo, è manifestazione della sua fantasia e capacità.

Purtroppo, ancora una volta il mondo web, social in particolare, ha distrutto il concetto di parole come “creatività” e “qualità” annacquandoli con altri riconducibili all’improvvisazione e all’indolenza. 

In che senso?

Semplicemente, nel senso che l’improvvisazione trova manifestazione col fare foto fantasiose e scriteriate mentre la qualità viene vista solo dal punto di vista tecnico (per esempio quanti megapixel aveva quella macchina che ha fatto quella foto così stupenda…) e praticamente mai dal punto di vista contenutistico.

Lo abbiamo già visto in diversi video e detto in praticamente tutti gli articoli ma voglio, ancora una volta, fino alla nausea, ripetere un concetto:

IN FOTOGRAFIA NON SI IMPROVVISA NULLA. 
SI STUDIA, SI APPRENDE, SI METTE IN PRATICA.

Il processo creativo (in questa disciplina come in qualsiasi altra ritenuta “artistica”) viene fuori SOLO ED ESCLUSIVAMENTE dall’applicazione di qualche conoscenza.

Chi non ci crede, può provare a prendere parole a caso dal dizionario, scriverle su un foglio e sperare di tirarci fuori una poesia (manifestazione di creatività letteraria).

In Fotografia è la stessa, identica cosa.

Contro luci accecanti, orizzonti a 45 gradi, case storte, post produzioni al limite dell’irrazionale, NON SONO manifestazioni artistico/creative, non basta dire “ma a me piace” per fare una foto creative.

Pensiamoci un attimo, siamo mai andati da un professore di italiano che ci aveva corretto il tema a dire “Prof, ma a me piacevano così? Perché mi hai segnato le parole ACCUA, ACUILA, SOCCUADRO e la frase A ME MI PIACCE in rosso??” 😱

In italiano ci sono delle regole, in matematica ci sono delle regole, in pittura ci sono delle regole, nella poesia ci sono delle regole, nella scultura ci sono delle regole e, guarda un po’, in fotografia ci sono delle regole.

Cosa vuol dire dunque fare una FOTOGRAFIA CREATIVA e DI QUALITÀ?

Riassumendo all’osso il discorso, possiamo pensare ad una fotografia creativa e di qualità quando si applicano le proprie conoscenze e abilità per descrivere in modo corretto, sensato e originale una determinata situazione, una cosa o una persona.

Inequivocabile, il Duomo di Milano, ma è davvero così? Esso sì, il contesto no.

Pur essendo un pomeriggio di dicembre, c’era molta più luce e allora perché fotografarlo così “buio”?

Perché non dobbiamo fare la cartolina “saluti da Milano” con la sua cattedrale in evidenza.

Quello che si è pensato qui è stato di sottoesporre fortemente per avere quasi solo la silhouette di modo da far risultare gli alberi una sorta di prosecuzione delle guglie.

Ad arricchire il tutto, le luci di Natale ridotte a puntini luminosi che si distribuiscono come una sorta di vaschetta mentre al centro, in alto, brilla la Madonnina.

So che forse ti aspettavi la formulina magica per scattare tipo “metti la luce lì, inquadra così e fai click” ma come abbiamo già detto, mille volte, la fotografia richiede un piccolo sforzo in più ed è, per certi versi, qualcosa legato più “all’approccio” che alla esecuzione pratica.

E non pensare che:

FOTO CREATIVA = FOTO CON MILLE COLORI; EFFETTI SPECIALI E FUOCHI D’ARTIFICIO 

Perché la creatività e spettacolarità non sono sinonimi. 

Una foto SEMPLICE MA CORRETTA è già di per sé una FOTO DI QUALITÀ.

La Fotografia è una disciplina dove prima di scattare si deve pensare.

Per realizzare la foto di copertina ad esempio, è stato scelto: un tempo di posa molto rapido per “congelare” l’atleta Davide Garzetti durante la sua evoluzione, un obiettivo 35mm per includere gran parte degli edifici e contestualizzare, di inquadrare dal basso verso l’alto per enfatizzare il salto oltre a far indossare una t-shirt bianca che staccasse meglio sullo sfondo scuro.

In ogni caso, proveremo comunque a fissare qualche paletto che spero possa guidarti nella realizzazione di foto creative.

4 step per foto creative e di qualità

Step 1: non si improvvisa mai

(lo avevo già detto per caso?)

Importante quindi è conoscere concetti fondamentali e di importanza stratosferica quali:

  • Tempi e Profondità di Campo
  • Tipi di Obiettivi e loro caratteristiche narrative
  • Temperatura Colore
  • Luce Naturale e Luce Artificiale

Sapere che se vogliamo ad esempio un effetto mosso dobbiamo allungare i tempi di scatto o che se vogliamo uno sfondo sfocato dobbiamo aprire il diaframma, è la condizione base per alzare il livello di creatività della foto

Una regolazione particolare della Temperatura Colore (associata magari ad una luce con una specifica dominanza) può dare un “sapore” molto diverso alle nostre immagini rispetto agli automatismi della macchina.

Step 2: assorbire come spugne da ogni forma di arte visiva

Pittura, scultura, grafica, fotografia di tutti i tipi (commerciale, artistica, pubblicitaria, di ritratto, ecc…) sono fonti infinite di ispirazioni, emuliamole. 

Se ad una persona per esempio piace la danza, può provare a riprodurre fotograficamente qualche quadro famoso che mostra una ballerina e non serve avere una étoile a disposizione, basta una persona normale che abbia la pazienza di stare qualche minuto come voi le indicherete, illuminandola ovviamente con la giusta luce.

Step 3: sperimentiamo

(che non vuol dire improvvisiamo)

Esercitiamoci trovando un soggetto che ci piace (facile, comodo, non complichiamoci la vita) e fotografiamolo con vari diaframmi, varie temperature colore

Lasciamo correre la fantasia facendola camminare come un funambolo sulla linea delle nostre conoscenze (fondamentali per non cadere) e analizziamo i risultati, magari scopriremo qualcosa che ci colpirà particolarmente e ci insegnerà così qualcosa di nuovo sulla fotografia.

Questa foto, ad esempio, è stata fatta una domenica di novembre di molti anni fa col cielo plumbeo e l’aria fredda.

Il clima mi riportava (non so perché) alle domeniche della mia infanzia e per caso ho incrociato un’auto datata (come il sottoscritto) vicino ad un tappeto di foglie secche ed un albero, due elementi che mi ritrovo nei miei ricordi di quando giocavo a pallone da bambino.

I tre elementi (auto, albero, foglie) erano il mio soggetto e ho sfruttato una tecnica che consiste nel muovere lo zoom dell’obiettivo usando un tempo piuttosto lento, ossia 1/6 di secondo.

Il risultato (post prodotto con toni malinconici) è qualcosa di mosso e indefinito, decentrato, storpiato rispetto alla realtà?

Domanda: e i ricordi in fondo cosa sono??

In ogni caso, lasciamo perdere le frasi filosofiche dei gruppi Facebook associate a immagini (spesso pessime) che hanno la presunzione di raccontare l’Universo in ogni sua forma. 

Scattiamo SEMPLICE, PULITO e CHIARO. 

Facciamo arrivare all’osservatore un messaggio che sia diretto ed inequivocabile.

Prendiamo in prestito, con rispetto, alcune opere della nostra letteratura. Mattina o Soldati di Giuseppe Ungaretti.

“M’illumino d’immenso”….

“Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”….

Ma quante parole sono state usate? Si deve forse aggiungere qualcosa che non si capisce? È forse di qualche interesse sapere se ha usato la penna o la macchina da scrivere?

Capire questi esempi è capire la Fotografia.

Ungaretti non è arrivato a questo alzandosi la mattina e dicendo “ora faccio il poeta” ma ha studiato, trovato un suo modo di esprimersi, ha soppesato con giudizio ogni singola parola e ha messo su carta componimenti epici.

Non dobbiamo essere tutti Ungaretti, è ovvio, ma è questa la strada per essere creativi e di qualità, non fare foto sghembe e sbilenche del gatto per prendere i like.

Step 4: mettiamoci in gioco, ma per davvero. 

Sono tantissimi i lettori che seguono i contenuti di Fotografia di Cerchio di Giotto ma ancora pochi coloro che ci inviano immagini per un confronto. 

L’invito è di farlo, sempre di più, sempre ragionando su cosa state facendo è perché.

Esercizio: ora tocca a TE!

Invito tutti quindi a fare questo:

  • Prendete un soggetto (meglio se animato ma va bene anche inanimato)
  • Fate una foto con due colori al massimo
  • Fate una foto con luce naturale facendo risaltare il soggetto e lasciando lo sfondo in ombra
  • Fate una foto con luce artificiale facendo risaltare il soggetto e lasciando lo sfondo in ombra
  • Riproducete liberamente un quadro o una scultura ma (attenzione perché questo è più difficile) re-interpretandolo liberamente (volete un aiuto? Prendete la nonna e fatele fare la Monna Lisa reinterpretando abiti o sfondo)

Tutte le foto dovranno essere spiegate.

Lasciate stare la frase “se una foto la devi spiegare, è perché non è venuta bene”.

In questo momento è più importante che proviate, azzardiate, sperimentiate.

Foto realizzata per un progetto legato alla rinascita dopo il lockdown di aprile 2020.

L’idea era rappresentare qualcosa descrittivo della nascita ma sotto una forma inaspettata. Una sorta di libellula di carta che esce da un uovo rappresenta effimerità della nostra esistenza coperta da milioni di parole (tutte quelle spese dietro a parlare del Covid) che si schiude da un uovo dove, in teoria, sarebbe dovuto uscire un pulcino.

Siamo (ri)nati ma non come pensavamo, non come ci saremmo aspettati, e della nostra vita precedente restano solo i gusci.

Foto fatta con non ricordo quale macchina, non so con quale tempo né con quale diaframma. Mi sono solo divertito a costruire una libellula di carta, a mangiarmi un uovo e fare uno scatto.

Conclusioni

Siamo giunti alla fine di questa guida, in cui condivido quelli che sono per me i 4 “paletti” fondamentali che ognuno di noi deve tenere a mente per realizzare delle foto creative ma di buona qualità.

Ora prova a metterli in pratica con l’esercizio che ti ho proposto qui sopra: mettiti alla prova e sperimenta!

E se ti va, condividi con noi sul nostro Gruppo Facebook le tue foto creative, sarei davvero onorato di vederle!

Alla prossima guida,
Stefano.

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