ANDREA MANTEGNA. Rivivere l’antico, costruire il moderno

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Simone Rega
Appassionato d’arte dalla nascita, Simone è Storico dell'Arte, Operatore Culturale, Guida turistica e Blogger d’arte di Mantova.
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Appassionato d’arte dalla nascita, Simone è Storico dell'Arte, Operatore Culturale, Guida turistica e Blogger d’arte di Mantova.

La grande esposizione vede protagonista le opere di uno dei più importanti artisti del Rinascimento italiano

Dal 12 dicembre 2019 è possibile visitare la mostra su Andrea Mantegna presso il Palazzo Madama di Torino. Il titolo “Rivivere l’antico, ricostruire il moderno” spiega esattamente il ruolo del pittore nell’arte italiana ed europea del Quattrocento in quanto testimone diretto del recupero delle antichità. Si tratta di un fenomeno che prende avvio a Roma ma si diffonde in molte città, soprattutto del Nord, tra cui Brescia, Padova e Verona. E’ in questo contesto che si forma Andrea Mantegna e più precisamente nella bottega di Francesco Squarcione.

Andrea Mantegna tra Donatello e la bottega di Squarcione

Nato nel 1397, Francesco Squarcione era sarto e ricamatore e dal 1426 maestro di pittura e citato come pictor. Nella sua scuola-bottega padovana accoglie molti giovani per un totale di 137 allievi. Si portava avanti la tradizione tardogotica, le prima forme donatelliane e una fortissima visione diretta dei reperti e frammenti antichi presenti nella sua collezione. Nel 1443 arriva a Padova Donatello per il monumento equestre di Gattamelata e per la decorazione dell’altar maggiore della Basilica di Sant’Antonio. Ci rimane fino al 1453 cambiando la cultura figurativa locale e avendo una forte influenza sul giovane Mantegna che già dal 1441 è citato come apprendista e fiiulo di Squarcione.

L’arrivo a Mantova con intermezzo veronese

I contatti con la città dei Gonzaga avviene già dal 1456 quando Mantegna è alle prese con gli ultimi lavori alla Cappella Ovetari a Padova e con la Pala di San Zeno a Verona terminata nel 1459. Nel 1458 acquista casa a Padova. Il contratto che gli sottopose il marchese Ludovico II Gonzaga era da pittore di corte: per sé e per la famiglia un salario mensile di 15 ducati, frumento e legna, una casa e il pagamento dei costi del viaggio da Padova a Mantova. Significava soprattutto il passaggio da una condizione di pittore libero a pittore di corte vincolato alle commissioni di un principe; inoltre per Mantegna voleva dire passare da un contesto ormai sicuro e ricco di relazioni ad un altro sconosciuto. La scelta del pittore, presa solo nel 1460, fu significativa perché passò a Mantova tutto il resto della sua vita, fino alla morte avvenuta nel 1506.

Andrea Mantegna e la vita con i Gonzaga

Complessivamente Mantegna trascorre nella città dei Gonzaga ben 46 anni, quasi mezzo secolo, lavorando per Ludovico II, Federico I, Francesco II e Isabella d’Este. Non potendo elencare una lunga e mera lista di opere si segnalano le principali realizzate per i Gonzaga. Per dare conto della grandissima diffusione che il patrimonio mantegnesco ha subito negli ultimi quattro secoli si riporta per ogni opera anche l’attuale collocazione. San Sebastiano 1459 (Kunsthistoriches, Vienna), Trittico degli Uffizi e Morte della Vergine 1460-62 (Firenze),  San Giorgio 1460 (Gallerie dell’Accademia, Venezia), Cristo Morto 1475 (Pinacoteca di Brera, Milano), San Sebastiano 1480 (Louvre, Parigi), Madonna col bambino e cherubini 1480 (Pinacoteca di Brera, Milano), Trionfi di Cesare 1484-1495 (Hampton Court Palace, Londra), Madonna della Vittoria 1496 (Louvre, Parigi), Parnaso 1497 (Louvre, Parigi), Trionfo della Virtù 1502 (Louvre, Parigi). 

La mostra al Palazzo Madama di Torino

Viene presentato il percorso di Mantegna dagli esordi giovanili fino al grande riconoscimento evidenziato alla corte dei Gonzaga. Oltre ad un resoconto artistico la rassegna intende collocare l’artista all’interno del contesto di relazione con l’architettura e con gli umanisti del suo tempo. Viene proposta così una lettura ampia ed articolata della sua figura che parte dalla conoscenza diretta delle opere padovane di Donatello, dalla familiarità dei lavori della bottega Bellini – il padre Jacopo e il figlio Giovanni di cui aveva sposato la sorella – alle novità fiamminghe e fiorentine, fino allo studio della scultura antica e reperti classici ascrivibile alle sue incisioni. Mantegna viene inoltre descritto nel suo ruolo di pittore di corte che lo portarono ad avere una fitta rete di relazioni e di amicizie con umanisti, scrittori e altri artisti del secondo Quattrocento.

Oltre alla visione diretta delle opere la mostra, grazie alle proiezioni multimediali, propone un’esperienza immersiva nella vita del Mantegna facendo calare il visitatore nella Padova del tempo, nella casa mantovana di via Acerbi e all’interno di tre opere monumentali. Gli affreschi della Cappella Ovetari di Padova – parzialmente sopravvissuti alle bombe della seconda guerra mondiale – la Camera degli Sposi del Castello di San Giorgio di Mantova e il ciclo dei Trionfi di Cesare.

Ma non finisce qui perché il percorso non è monografico ma mette in relazione le opere di Mantegna con quello dei suoi contemporanei per dimostrare il rapporto intenso e di corrispondenza stilistica che è intercorso soprattutto nell’Italia settentrionale: Donatello, Antonello da Messina, Pisanello, Paolo Uccello, Giovanni Bellini, Cosmè Tura, Ercole de’ Roberti, Piero Jacopo Alari Bonacolsi e Correggio. 

Una dolcissima pausa

Appena spostati rispetto al Palazzo Madama, tra il Museo della Sindone e il Museo di Arte Orientale, è collocato un locale che vi porterà direttamente nel Settecento, a cominciare dal font dell’insegna. Deliziosa come il nome. Caffè Confetteria.

Il Caffè Al Bicerin viene fondato nel 1763 da Giuseppe Dentis professione acquacedratario e nel corso del tempo non ha mai cambiato sede. Oggi come allora viene servito il famoso bicerin ovvero un caffè con cioccolata e latte (la ricetta viene conservata gelosamente da molte generazioni) e servita all’interno di un bicchierino senza manico. Da qui il nome bicerin. Veniva venduto al prezzo di 15 centesimi e passò a 20 solo nel 1913. Lungo è l’elenco degli ospiti illustri che si sono seduto negli arredi di legno e lo hanno bevuto: da Cavour ad Alexandre Dumas, da Nietzsche a Puccini.

Dettagli e Orari della Mostra

Per tua comodità qui sotto le informazioni sulla mostra:

PERIODO:
Dal 19 Dicembre 2019 al 4 Maggio 2020

ORARI:
Lunedì: 10-18 (ultimo ingresso alle 16.30)
Martedì: chiuso
Mercoledì: 10-18 (ultimo ingresso alle 16.30)
Giovedì: 10-21 (ultimo ingresso alle 19.30)
Venerdì: 10-18 (ultimo ingresso alle 16.30)
Sabato: 10-21 (ultimo ingresso alle 19.30)
Domenica: 10-18 (ultimo ingresso alle 16.30)

Orari mostra Mantegna durante le festività
Domenica 12 aprile 2020: 10-18 
Lunedì 13 aprile 2020: 10-18 
Da venerdì 1 maggio a lunedì 4 maggio 2020: 10-21

INDIRIZZO:
Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica
Piazza Castello, 10122 Torino, Italia (Google Maps)
Telefono: +39 011 0881178

INFO e BIGLIETTI:
Sito Palazzo Madama Torino

Buona Visita,
Un Saluto,
Simone.

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