La luna a portata di mostra, Elisabetta Sirani, Seurat e Parigi a fine 800.

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Simone Rega
Appassionato d’arte dalla nascita, Simone è Storico dell'Arte, Operatore Culturale, Guida turistica e Blogger d’arte di Mantova.
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Simone Rega
Appassionato d’arte dalla nascita, Simone è Storico dell'Arte, Operatore Culturale, Guida turistica e Blogger d’arte di Mantova.

Oggi voglio condividere con te la nuova uscita della nostra Newsletter sull’Arte.

In questo numero:

L’artista che porta la luna in giro per il mondo

A Modena la mostra dedicata ad Elisabetta Sirani 

Seurat pittore scientifico 

Parigi fine Ottocento e l’affermazione dell’effimero

… e altro (tra parentesi)

Buona lettura,

Simone Rega 😉

Dentro il museo. Conoscere a distanza

Portare una luna in giro per il mondo

A fine agosto è terminata la tappa a Bristol del Museum of the Moon, il progetto dell’artista britannico Luke Jerram che ha riprodotto la luna in modo fedele in scala 1:500.000.

Ovvero 7 metri di diametro, tanto per intenderci.

Le immagini sono state fornite dalla NASA. Si tratta di un tour mondiale che attraversa città e luoghi in cui viene accolta l’installazione.

In questo caso la luna è stata ospitata all’interno della Cattedrale di Bristol. L’esposizione è inoltre completata dalle musiche del compositore Dan Jones, vincitore del premio BAFTA. 

Nel 2019 la luna ha invece fatto tappa a Milano nella piscina comunale Cozzi.

Appare interessante dunque il concetto della dissonanza e dello straniamento.
Come ci può colpire vedere una gigantesca luna dentro una chiesa o a pelo d’acqua di una piscina?
Come rispondono i nostri sensi? 

La luna, che da sempre ha ispirato l’essere umano, rappresenta uno specchio culturale, fonte di culture e di credenze che unisce tutto il mondo.

E dunque, oltre ad un “effetto wow” l’artista ha voluto lanciare un messaggio universale: la luna appartiene a tutti, può stare ovunque perché ci rappresenta e perché sono secoli che la guardiamo sempre in cerca di risposte e di ispirazioni. E forse continuiamo e continueremo a farlo.

Da qui potete accedere al Sito Ufficiale:

Da qui potete accedere all’Articolo di Artribune e visionare le immagini delle Installazioni precedenti

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Ti racconto. Storie dall’arte

Elisabetta Sirani pittrice

A Modena, dal 17 settembre al 14 novembre 2021, presso la Galleria di BPER Banca andrà in scena una mostra tutta al femminile dedicata ad Elisabetta Sirani.

La pittrice bolognese, scomparsa a soli 27 anni, era nata nel 1638 ed era la figlia del pittore Giovanni Andrea Sirani, mercante d’arte, allievo e assistente di Guido Reni.

Elisabetta comincia fin da subito a manifestare dedizione ed estro per la pittura e l’incisione cominciando una serie di ritratti di devozione privata, i cosiddetti “quadretti da letto”.

Poi allarga la produzione a temi di contenuto religioso ed allegorico soprattutto ispirati alle eroine bibliche e storiche come Giuditta, Cleopatra e Porzia.

La sua tecnica si basava sulla rapidità di esecuzione attraverso segni veloci perfezionati con l’acquerello. Accanto ai quadri lavora anche alle incisioni per un totale di 200 opere, un patrimonio immenso considerando in soli 10 anni di attività. Vorrebbe dire 20 opere all’anno. 

La scuola bolognese del tempo era assai rinomata per essere un laboratorio femminile di idee e, nello specifico, Elisabetta si inserisce in quell’elenco di donne figlie di padri pittori come Lavinia Fontana, Artemisia Gentileschi fino a Marietta Robusti.

Nello studio e nella casa dei Sirani hanno sempre lavorato quasi esclusivamente donne tanto che fu Elisabetta a subentrare al padre dal 1662. 

Accenniamo appena al caso sospetto di veneficio che ruota attorno ad Elisabetta. Forse per invidia o gelosia d’amore tra i sospettati – oltre al padre che mi sento invece di non considerare per un luogo comune troppo consolidato – c’è l’allieva Ginevra Cantofoli e la domestica Lucia Tolomelli. 

Il 29 agosto 1665 fu sepolta accanto a Guido Reni nel sepolcro della famiglia Guidotti nella Basilica di San Domenico a Bologna.

Speriamo che la mostra di Milano a Palazzo Reale appena conclusa possa finalmente far parlare non solo di artisti ma anche di artiste.

Da qui potete accedere al Sito della Galleria

Zoom. Segni particolari

Seurat e la pittura scientifica. Puntinismo e Grande Jatte

Questi gli indizi dell’opera della scorsa newsletter:

Il pittore è parigino, nel titolo dell’opera compare la parola “domenica” e l’opera in questione è conservata al The Art Institute di Chicago. 

La soluzione era davvero facile, si tratta di Un dimanche après-midi à l’Île de la Grande Jatte realizzata nel 1886 da Seurat.

Chi studia storia dell’arte sa che è una di quelle opere cardine perché risentono del paradigma del tempo. Negli stessi anni in cui l’Impressionismo lavorava sulla pennellata e sulla luce stava emergendo il Divisionismo che faceva sintesi delle ultime teorie cromatiche della scienza. 

Il Puntinismo, alla base della ricerca di Seurat, permette di accostare punti di colore puro sulla tela in modo tale che l’immagine completa prenda forma così nell’occhio dello spettatore.

Le figure dunque venivano create dalla vicinanza dei puntini

A differenza di Monet e Renoir che davano le pennellate per veloci tocchi virgolati, Seurat preferisce lavorare con colori puri e che sulla tela rimangono separati in forma di puntini minutissimi basandosi sulla legge della complementarietà cromatica teorizzata dal chimico Chevreul.

La ricomposizione spetta allo spettatore e al lavoro naturale e scientifico che avviene nella sua retina.
Un procedimento non dissimile da quello dello schermo del PC e dei pixel. 

Seurat, per la sua opera, scelse l’isolotto della Grande-Jatte, sulla Senna.

Il pittore si recava lì alla mattina con la luce migliore utilizzando la tecnica impressionista della pittura ad olio.

Si contano una trentina di tavolette di studi preparatori. Il resto della giornata la passava in studio disegnando a matita i dettagli.

Seurat lavorò all’opera per circa due anni e presentandola finita nel 1886 durante l’Esposizione degli Impressionisti.

Il dipinto fu accolto con sdegno e disapprovazione, definito addirittura da Marc Bloch come un “mosaico di tedio”.

L’unico invece ad esprimere un parere positivo fu il critico Félix Fénéon, che nella rivista La Vogue, scrisse di aver apprezzato moltissimo il nuovo modo di vedere la realtà per mezzo di puntini.

Ma l’opera non trovò acquirenti e rimase nell’atelier fino al 1891, anno della morte di Seurat.

L’opera viene venduta per ottocento franchi ad un facoltoso borghese parigino.

Poi la svolta.

Il mercante d’arte Frederic Clay Bartlett la comprò per ventimila dollari facendone dono al The Art Institute di Chicago.

Si tentò di riportarla in Francia per sopperire all’errore precedente ma l’opera rimase – e rimane ancora oggi – a Chicago.

Da qui potete consultare il Sito Ufficiale del Museo

Indovinello di questa settimana

I tre indizi per la prossima opera:

Ecco gli indizi dell’opera di cui parleremo nella prossima uscita delle Storie Segrete dell’Arte.

Questa volta cambiamo genere e andiamo sulla fotografia.

Si tratta del mio fotografo preferito. Di origine statunitense, lavora con scatti in bianco e nero che ritraggono soprattutto situazioni ironiche e punti di vista curiosi.

Di chi sto parlando? 😉

Storie da sfogliare 

Fin de siècle. Parigi e la vittoria dell’effimero

Chi l’ha detto che settembre non è tempo di romanzi?

I miei preferiti sono quelli storici. Ve ne propongo uno che vi trasporta nella Parigi del 1886 proprio quando Seurat sulla Senna stava completando la Grande Jatte.

La cattura dell’effimero di Beatrice Colin vi parla della costruzione della Torre Eiffel e di Émile Nouguier, il suo progettista, e poi di mongolfiere, di metallo e di bulloni e di un mondo che sta cambiando e che sta per essere assalito dall’effimero.

In fondo i Passages, le curiose gallerie commerciali, rappresentano bene quel momento dove il vetro dialoga col ferro, dove l’effimero è destinato a durare, proprio come la Torre Eiffel

Beatrice Colin è nata a Londra ma è cresciuta in Scozia, ha vissuto per anni a New York lavorando per il Guardian. Oggi vive a Glasgow e ha pubblicato i romanzi  La vita luminosa di Lilly Afrodite e New York 1916.

Tra (parentesi)

Una rubrica dedicata alle vostre curiosità

Inviateci le vostre domande e Simone vi risponderà nella prossima uscita.

Spesso tra parentesi o tra i riferimenti a margine ci sono le note più curiose e in pochi le vanno a vedere. Qui invece trovano spazio e trovate spazio voi e la vostra voglia di conoscere.

Alla prossima uscita,
Simone Rega.

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